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Centro storico

Comune di Falvaterra
Indirizzo: Viale Bertoni D., 5, 03020 Falvaterra FR
Telefono: 077590043
Sito web: www.comune.falvaterra.fr.it
Email: comunefalvaterra@libero.it
Altitudine: 289 mt. s.l.m. 
Abitanti: Falvaterrani, 540
Sindaco: Antonio Lancia

Falvaterra

Il Comune di Falvaterra si trova in provincia di Frosinone nel settore settentrionale dei monti Ausoni i quali si raccordano, tramite propaggini collinari, con i terreni pianeggianti della Valle dei Latini. Le quote più elevate superano di poco i 500 metri di quota, l’area ha mantenuto una certa naturalezza soprattutto nei settori più elevati mentre la popolazione, di 540 abitanti, è concentrata in piccoli nuclei.
I settori più a Sud denotano la presenza di rilievi calcari mesozoici, in cui il carsismo ha operato una modifica del paesaggio ricco di piccole valli, con Polje carsici e terre rosse, hum e campi carsici, con pozzi e grotte che drenano, verso Nord, l’acqua delle falde sotterranee tramite numerose sorgenti e risorgenti carsiche.
Il piccolo centro storico è di epoca medioevale ed ha mantenuto un suo stile originario con viuzze e piazzette intorno al vecchio castello, da dove si aprono scorci panoramici sulla valle e sulle montagne degli Ernici Simbruini, fino ai Monti della Marsica.

Un po' di storia

Le realtà archeologiche più antiche sono legate a resti di Mura Poligonali, risalenti al periodo preromano, I e II millennio a. C., scoperte nell'area del Castellone, all'interno del Monumento naturale regionale delle "Grotte di Falvaterra e Rio Obaco".
L’antica Fabrateria nova venne stata fondata dai romani nel 125 a.C. sulla sponda destra del fiume Liri, poco dopo la confluenza con il fiume Sacco, all'indomani della distruzione della vicina Fregellae.
Giovenale celebrò le bellezze naturali del territorio nei suoi versi descrivendo il paese come il luogo ideale per l'otium.
Durante le invasioni dei longobardi VI-VII secolo d.C. Fabrateria nova venne distrutta insieme ad Aquino ed Atina. La popolazione sopravvissuta si insediò sul vicino lembo dei monti Ausoni per difendersi da ulteriori attacchi nemici e dette il nome di Falvaterra a questo paese.
Tracce storiche del paese in forma documentale esistono solo a partire da dopo l'anno Mille quando il borgo fu soggetto al potere della famiglia dei de Ceccano perché soggetta all'abate di Montecassino.
Nel 1100 Falvaterra passò sotto il dominio del vescovo-conte di Veroli che successivamente, intorno al 1200, la cedette alla famiglia Pagani. Nel 1301 Adenolfo Pagani la vendette a Pietro Caetani, nipote di Papa Bonifacio VIII. La famiglia Caetani governò Falvaterra sino a quando, nel 1504, re Ferdinando il Cattolico tolse ad Onorato Caetani le terre appartenenti allo Stato della Chiesa comprendenti anche Falvaterra, affidandole a Prospero Colonna.
La famiglia Colonna ha governato per molto tempo Falvaterra, costituendo uno dei motivi della guerra del 1556 tra il Papa ed il Re di Spagna che intervenne in difesa dei Colonna. Nel novembre del 1556 le truppe spagnole al comando del Duca d'Alba invasero lo Stato Pontificio, assediando ed occupando vari castelli tra i quali anche quello di Falvaterra che, unico, aveva resistito per nove giorni all'assedio e solo a seguito della completa disfatta delle truppe papali si arrese spontaneamente.
Il dominio dei Colonna terminò nel 1870. Successivamente all'annessione all'Italia del Regno delle due Sicilie, Falvaterra fu interessata dal fenomeno del brigantaggio.
Durante la seconda guerra mondiale Falvaterra ospitò molti sfollati dei comuni limitrofi in cerca di riparo tanto dai bombardamenti alleati che dalle violenze degli occupanti tedeschi. Durante l'occupazione tedesca si verificarono casi di resistenza civile: nel gennaio 1944 un gruppo di contadini organizzò una spedizione per riprendersi del bestiame razziato dai tedeschi. La reazione fu durissima, con un rastrellamento a tappeto che coinvolse almeno duecento persone e la fucilazione di alcuni innocenti.

Ph da www.grottedifalvaterra.it - Foto di Augusto Caré
 

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