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Lettomanoppello_veduta

Comune di Lettomanoppello

Indirizzo: Piazza umberto I° - 65020 Lettomanoppello (PE)

Telefono: 085.8570755

Sito web: www.comune.lettomanoppello.pe.it

Email: info@comune.lettomanoppello.pe.it

 

Altitudine: 370m slm

Abitanti: lettesi, 2.975.

Sindaco: Giuseppe Esposito

 

Lettomanoppello

Ai piedi della grande madre, la Majella, la montagna sacra per eccellenza per tutti i popoli che vivevano e vivono in simbiosi con lei, c'è Lettomanoppello. Il centro è posto lungo una delle estreme propaggini del versante nord-orientale del massiccio della Majella, digradante a Nord verso la valle del Pescara e modellato lateralmente dal solco vallivo del Torrente Lavino. Il territorio di Lettomanoppello va da 126 a 1375 metri di altitudine e confina a Nord con il territorio di Turrivalignani, ad Est con quelli di Manoppello e Serramonacesca e Pretoro, a Sud con quello di Roccamorice ed infine ad Ovest con Abbateggio.
Il centro storico, a 450 m. s.l.m. è posto ai margini di una scarpata costituita da accumuli detritici di versante, con una pendenza di circa il 40%, mentre la parte più recente del paese è collocata 150 metri più in basso.
Proprio alla fine della scarpata troviamo il fiume Lavino che nascendo nella vicina Roccamorice finisce il suo corso a Scafa gettandosi nel Pescara. Risalendo il corso del fiume, ai confini con il territorio di Roccamorice, seguendo un suggestivo percorso nel verde, approdiamo alla "Miniera del Pilone", in una zona denominata Cusano.

Un po' di storia

L'uomo antico percorreva il territorio lettese tra le balze e i crinali della montagna fino al territorio più a valle, sin dal Paleolitico (120.000 anni fa). Questi luoghi erano frequentati da bande di cacciatori - raccoglitori.
Numerose infatti sono le testimonianze di stazioni in grotta e all'aperto che ci attestano usi diversificati della montagna, in particolare la caccia ai grandi mammiferi e la ricerca di affioramenti di selce da cui ricavare strumenti.
L'Homo Erectus che qui viveva ha lasciato resti a Costa dell'Avignone dove sono emersi reperti di industria litica levalloisiana, caratterizzati da un perfezionamento delle tecniche di lavorazione (officina) e schegge di tecnica clactoniana evoluta, consistente in manufatti litici derivati da grandi schegge con piano di percussione obliquo. Recentemente a Grotta S. Angelo è stato messo in luce un suolo del Paleolitico Superiore frequentato per un breve periodo, con focolari e materiale in situ.
Ad epoca protostorica appaiono riferibili le prime testimonianze di frequentazione della Grotta archeologica delle Praie, mentre al periodo italico sembrerebbero riferibili antiche tracce di frequentazione nell'area della Fonte Marte, nel cui toponimo sembrano conservarsi le suggestioni di un'antico culto locale.
Di particolare interesse appare la frequentazione della zona in epoca romana, quando vengono sfruttate le cospicue risorse minerarie legate alla presenza di affioramenti d'asfalto, poi coltivate sino all'età moderna.
Da un'antichissima miniera in località Pignatara proviene il celebre pane d'asfalto d'epoca romana con bollo di Telonius Sagitta, e l'utilizzo di queste importanti risorse minerarie poter calafatare le navi proseguiva ancora in età medievale, come dimostrato dal rinvenimento di monete della Repubblica d'Amalfi (secc. XII-XIII) presso l'ex chiesa di Santa Liberata.
Si perchè pare che la Repubblica di Amalfi, si rifornì qui per il bitume necessario alle proprie navi.
II paese, di origine medioevale, sorse nei tenimenti di San Clemente a Casauria come Castello e per lungo tempo fu subordinato alle vicende storiche della contea di Manoppello, Nel VII secolo venne inglobato nella Diocesi di Chieti e nel 1279 risultò essere la quarta parte di un feudo posseduto da Abamonte Di Letto. Nel 1338 era proprietà della famiglia Orsini, conti di Manoppello, mentre intorno al 1385 fu feudo della famiglia De Lecto, di origine longobarda. Questi erano ufficiali preposti all'erario, amministratori di canoniche, di confraternite, di conventi e ministri della Camera Apo-stolica.
Nel tempo la popolazione lettese andava aumentando fino ad arrivare nel 1795 a 1336 unità, e il paese risultava essere pro-prietà feudale dei baroni Dario.

Testo tratto da www.comune.lettomanoppello.pe.it


 

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